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Gestione ed Indirizzamento dell'Energia Vitale


Traduzione “libera” dell’articolo “The Science of Gua Sha” di Arya Nielsen (PhD) tratto dal sito del Pacific College of Oriental Medicine 

Testo originale

http://www.pacificcollege.edu/news/press-releases/2015/05/05/science-gua-sha


……..omissis …….. Il Gua Sha è una tecnica utilizzata in tutta l'Asia, sia in clinica che nel domestico ed ora anche in Occidente. Il Gua Sha fa parte della terapia di agopuntura, ma il suo uso non è limitato dalla legge come la pratica dell'agopuntura.

La ricerca sulla fisiologia di terapie come l'agopuntura ed il gua sha ridefinisce le conoscenze degli antichi.

Con rispetto per coloro che ci hanno dato questo dono, la scienza lavora per chiarire sia i benefici che i rischi di questa nostra medicina.
Quando ho iniziato la pratica 36 anni fa, ero formata in medicina asiatica orientale, ma non avevo formazione nel campo della ricerca e non c'era possibilità di accesso a strutture di ricerca attraverso le scuole di agopuntura.
Molti anni dopo ho interpellato Helen Langevin, MD in merito al mio interesse per la ricerca sui biomeccanismi del gua sha. Lei mi ha consigliato di iniziare dai meccanismi scientifici di base: cosa può essere utilizzato per stabilire una misura del cambiamento che possa quantificare ciò che viene effettivamente osservato? Rimuginavo su questo e cercai un dottorato con un programma di studi in grado di sostenere il mio interesse per la ricerca. Mi sono iscritta ad un corso di dottorato accademico (PhD), e attraverso un incontro casuale sul mio lavoro al Beth Israel Medical Center di New York, sono stata invitata dal Dr. Gustav Dobos a condurre una ricerca sul gua sha presso l'Università diDuisburg-Essen ad Essen, in Germania. Lì abbiamo eseguito una delle prime indagini sulla fisiologia del gua sha: la misurazione dei cambiamenti nella microperfusione nel tessuto superficiale [1].

A quella prima indagine sonoseguiti altri studi con biomarcatori; ora abbiamo qualcosa da dire sulla
scienza della gua sha.


Il Gua sha aumenta la microperfusione superficiale.

 

Il Gua sha produce petecchie terapeutiche transitorie che rappresentano uno stravaso di sangue nel sottocute. Utilizzando un sistema di imaging con laser Doppler, abbiamo sottoposto ad esame 11 soggetti 'sani' (ma stressati), medici e infermieri che lavoravano al Kliniken Essen, che avevano un dolore mialgico 'normale' ed il reperto di 'sha' alla palpazione. Abbiamo stabilito una scansione di base per ogni soggetto prima del gua sha, e poi scansionato ogni soggetto 10 volte, una ogni 2,5 minuti seguenti al gua sha, e poi eseguito una scansione di follow-up 2 giorni più tardi.
Abbiamo trovato un aumento del 400% della microperfusione (circolazione superficiale del sangue) per 7,5 minuti dopo il gua sha, ed un aumento significativo per ben 25 minuti dopo il trattamento. Si è rilevato il ritorno ai valori di base con la scansione a 2 giorni. Ogni soggetto presenta una diminuzione o completa risoluzione del dolore e un senso di benessere.
Abbiamo pubblicato lo studio [1] ed è stato la base della mia tesi di dottorato [2].
Nello stesso periodo, ho avuto accesso online al database di lingua cinese attraverso la Biblioteca Kelley presso la Scuola di Agopuntura del New England (NESA).

Ho scaricato e tradotto 120 articoli sul gua sha. Al 2011, il numero è aumentato a oltre 500 studi. Questi articoli stabiliscono come il gua sha è utilizzato in Cina e sono analizzati nella mia revisione del libro sul gua sha che uscirà quest'anno [3].
Nel 2009 qui in Occidente è stato pubblicato, uno studio innovativo sulla fisiologia dell’ effetto anti-infiammatorio e immunitario del gua sha. Effetto immunitario e anti-infiammatorio del Gua sha: heme oxygenase-1 [7].
Gli operatori che hanno familiarità con il gua sha sanno che può ridurre la febbre e modificare il corso di una malattia infettiva acuta, così come può ridurre i sintomi infiammatori nelle malattie croniche. Un gruppo di Harvard ha usato l'imaging bioluminescente sul topo, e ha dimostrato che il gua sha
sovramodula l’espressione genica di un enzima che è un anti-ossidante e citoprotettivo, l’eme ossigenasi-1 (HO-1), in più siti di organi interni, subito dopo e per un periodo di giorni dopo il trattamento gua sha [4].
L’ HO-1 ed i suoi catalizzati (biliverdina, bilirubina e monossido di carbonio (CO)) mostrano non solo effetti anti-ossidanti, ma anche effetti antiinfiammatori [5].

Ad esempio, l'aumento di HO-1 attenua l'infiammazione allergica. HO-1 gioca un ruolo protettivo nelle malattie allergiche in parte inibendo le citochine Th2 cellulo-specifiche[5].

Questo lavoro del gruppo di Kwong è il primo a dimostrare una risposta immunitaria immediata ed
intensa, conseguente ad una tecnica tradizionale orientale, che ha rilevanza diretta nella guarigione di malattie di 'organo interno' e di problemi infiammatori.
È anche noto che HO-1 regola il ciclo cellulare ed ha azione anti iperplasica sul muscolo liscio, fornendo protezione in molti modelli di malattia, come l'asma, il rigetto nel trapianto, la malattia infiammatoria intestinale e l'encefalomielite autoimmune sperimentale, anche se i meccanismi
immunopatologici di queste malattie sono dissimili [5].
E poi c'è l'epatite. Il Gua Sha è usato in Cina per trattare i sintomi dell’ epatite acuta e cronica [3]. L'induzione di HO-1 produce una diminuzione nella replica del virus dell'epatite C (HCV), così come una protezione dal danno ossidativo, suggerendo un ruolo potenziale dell’ HO-1 nella terapia antivirale
e nella protezione terapeutica contro le lesioni epatocellulari nelle infezioni da HCV [6]. Inoltre, il ruolo del gua sha nel trattamento della epatite B cronica attiva ha iniziato a chiarirsi. Anche qui la sovramodulazione dell'enzima HO-1 è stata segnalata essere efficace nel controllo del virus dell'epatite B (HBV) ed offre epato-protezione in modelli animali [7].


Il Gua sha nel trattamento della epatite B cronica attiva


Le terapie manuali come il gua sha possono essere utili per molte condizioni, ma possono diventare opzioni cliniche essenziali in particolare per quelli che vengono chiamati ‘gaps in care’ (letteralmente 'lacune nella cura' n.d.t.), ovvero ad esempio quando i pazienti non possono o preferiscono non prendere farmaci per un problema, o quando tali farmaci falliscono o non sono disponibili. È ben noto che l'epatite cronica è una condizione difficile a causa del precoce decadimento infiammatorio del fegato che può causare malattia e persino la morte prematura.

I farmaci per il trattamento dell’epatite hanno portata limitata e portano effetti collaterali spiacevoli o intollerabili.
Sempre negli Stati Uniti, all’ Harvard / Mass General, nel 2011 Chan et al. hanno descritto un caso in cui un singolo trattamento gua sha in un paziente con epatite B cronica attiva ha ridotto i livelli di enzimi epatici di alanina transaminasi (ALT) e di aspartato transaminasi (AST), ha modulato l’equilibrio T-helper Th1 / Th2 ed ha migliorato l’HO-1, il che suggerisce essere responsabile di un effetto epatoprotettivo [8].

In questo caso, ed in generale, il gua sha può essere efficace nel ridurre transitoriamente il danno infiammatorio al fegato quando l’epatite cronica B passa alla fase immunoattiva come indicato da un test di funzionalità epatica.

Nonostante Chan et al. presentino un solo caso, esso coincide con le prove dalla Cina e con ciò che è già noto circa l'effetto di sovraregolazione dell’ HO-1, e con il fatto che l’HO-1 sia sovraregolato dal gua sha.
Studi più estesi sono necessari per stabilire in che misura e con quale dosaggio / frequenza il gua sha possa essere epatoprotettivo nei pazienti con epatite attiva. È possibile che il trattamento ogni settimana o ogni due settimane, insieme con altre precauzioni alimentari epatoprotettive, riduca le lesioni infiammatorie al fegato e riporti un paziente allo stato “inattivo”?

Se la ricerca lo confermerà, il gua sha avrà un ruolo essenziale nella gestione dell’epatite cronica attiva. Dimostrato questo effetto potremmo dire, come nel caso si trattasse di un farmaco, che potrebbe essere considerato una scoperta medica.


Ricerche “evidence-based”: altre condizioni che rispondono al gua sha


Storicamente, il gua sha è indicato per qualsiasi problema derivante da una stasi di sangue superficiale o interna e /o dolore, il che significa nella pratica cinese classica nella tradizione del dottor James Tin Yau che in ogni paziente è ricercata la condizione di “sha”.

Articoli e studi dal database in lingua cinese coprono una vasta gamma di condizioni che rispondono al trattamento gua sha, tra cui mal di testa, emicrania, dolore al ginocchio, al collo, alle spalle, alla schiena, così come per malattie acute in bambini ed adulti come febbre, influenza, mal d'orecchie, asma e bronchite. Il Gua Sha è efficace anche in malattie croniche tra cui l'epatite, come discusso in precedenza.

La maggior parte degli articoli cinesi presentano grandi casistiche e studi randomizzati controllati [3]. Tuttavia gli studi condotti in Cina sono ancora oggetto di scetticismo in Occidente dove non sono stati ripetuti [9].
E ora ci sono prove su riviste occidentali. Ci sono segnalazioni di casi di efficacia del gua sha per l'emicrania [10], la nevralgia post erpetica [11], e la distensione del seno / mastite [12], nonché studi randomizzati controllati che dimostrano come il gua sha produca benefici nel trattamento del dolore al
collo [13], del mal di schiena (di prossima pubblicazione) e della distensione del seno / mastite [14].

 

Conclusioni


Negli ultimi dieci anni, la ricerca ha cominciato a chiarire il meccanismo di azione del gua sha. Le petecchie terapeutiche a seguito di Gua Sha rappresentno cellule del sangue che hanno travasato dal letto capillare, e sono sintomatiche di un aumento significativo della microperfusione di superficie [1]. Quando questo sangue è riassorbito, la lisi dell’emoglobina sovramodula HO-1, CO, biliverdina e bilirubina, che sono anti-infiammatori e citoprotettivi [5].

Gli studi mostrano come l'effetto anti-infiammatorio del gua sha abbia un impatto terapeutico sulle condizioni infiammatorie, come l'epatite cronica attiva, in cui l'infiammazione del fegato indica degenerazione d’ organo che nel tempo può portare alla morte prematura [8].

La fisiologia dell’ HO-1 può anche spiegare l’effetto anti-infiammatorio del gua sha in altre condizioni cliniche sensibili, come febbre, tosse, asma, bronchite, enfisema, mastiti [14], gastrite, dolore muscolo-scheletrico ed altre condizioni come dolore al collo [ 13], mal di schiena, emicrania [10], nevralgia post-erpetic[11], e altri.

È importante che le proprietà anti-infiammatorie e sulla immunostimolazione del gua sha siano comprese dai terapeuti e che essi siano in grado di comunicarle ai loro pazienti ed agli altri operatori sanitariari. *

 


* Nuovi protocolli di sicurezza per gua sha e Baguan sono proposti dal Dr.Nielsen e dal suo team medico al Beth Israel Medical Center di New York. [15]


Il Dr. Arya Nielsen è una agopuntrice americana formata alla scuola classica del Dottor James Tin Yau So ed esercita da oltre 35 anni. Si è laureata nel primo collegio di agopuntura negli Stati Uniti nel 1977. È una professionista, un insegnante, un autrice, ed una ricercatrice ed è considerata l'autorità occidentale sul gua sha.

Il dottor Nielsen ha una cattedra presso un ospedale universitario di New York, il Beth Israel Medical Center, dove dirige la “Acupuncture Fellowship for Inpatient Care”.


1] Nielsen A, Knoblauch NTM, Dobos GJ, Michalsen A, Kaptchuk TJ. The effect of Gua Sha treatment on the microcirculation of surface tissue: a pilot study in healthy subjects.
Explore (NY). 2007;3(5) (October):456-466.
[2] Nielsen A 2007 'Gua sha' and the Scientific Gaze: Original Research on an Ancient Therapy in a Call for Discourse in Philosophies of Medicine [doctoral dissertation]. Union Institute & University
[3] Nielsen A 1995 Gua Sha: A Traditional Technique for Modern Practice. Edinburgh: Churchill Livingstone.
[4] Kwong KK, Kloetzer L, Wong KK et al. Bioluminescence imaging of heme oxygenase-1 upregulation in the Gua Sha procedure. J Vis Exp. 2009.
[5] Xia ZW, Zhong WW, Meyrowitz JS, Zhang ZL. The role of heme oxygenase-1 in T cellmediated immunity: the all encompassing enzyme. Curr Pharm Des. 2008;14(5):454-464
[6] Zhu Z, Wilson AT, Mathahs MM et al. Heme oxygenase-1 suppresses hepatitis C virus replication and increases resistance of hepatocytes to oxidant injury. Hepatology. 2008;48(5) (November):1430-1439.
[7] Wunder C, Potter RF. The heme oxygenase system: its role in liver inflammation. Curr Drug Targets Cardiovasc Haematol Disord. 2003;3:199-208.
[8] Chan S, Yuen J, Gohel M, Chung C, Wong H, Kwong K. Guasha-induced hepatoprotection in chronic active hepatitis B: A case study. Clin Chim Acta. 2011;in412; 1686-1688.
[9] He J, Du L, Liu G et al. Quality Assessment of Reporting of Randomization, Allocation Concealment, and and Blinding in Traditional Chinese Medicine RCTs: A Review of 3159 RCTs identified from 260 Systematic Reviews. Trials. 2011;12(1) (May 13):122.
[10] Schwickert ME, Saha FJ, Braun M, Dobos GJ. [Gua Sha for migraine in inpatient withdrawal therapy of headache due to medication overuse.]. Forsch Komplementmed. 2007;14(5) (October):297-300.
[11] Nielsen A. Postherpetic neuralgia in the left buttock after a case of shingles. Explore (NY). 2005;1(1) (January):74.
[12] Chiu C-Y, Chang C-Y, Gau M-L. [An experience applying Gua-Sha to help a parturient women with breast fullness]. Hu Li Za Zhi. 2008;55(1) (February):105-110.
[13] Braun M, Schwickert M, Nielsen A et al. Effectiveness of Traditional Chinese "Gua Sha" Therapy in Patients with Chronic Neck Pain; A Randomized Controlled Trial. Pain Med. 2011;12(3) (January 28):362-9.
[14] Chiu J-Y, Gau M-L, Kuo S-Y, Chang Y-H, Kuo S-C, Tu H-C. Effects of Gua-Sha therapy on breast engorgement: a randomized controlled trial. J Nurs Res. 2010;18(1) (March):1-10.
[15] Nielsen A, et al. Safety protocols for Gua sha (press-stroking) and Baguan, cupping. Complement Ther Med (2012), (in press).